Generalità sui sistemi anticaduta

Generalità sui sistemi anticaduta

I sistemi anticaduta (definiti fall-arrestor in inglese) non hanno come obiettivo quello di impedire una caduta (compito svolto dal parapetto dai dispositivi di protezione collettiva), ma hanno come obiettivi primari:

  • Arrestare la caduta nel minor tempo possibile onde evitare che l’operatore raggiunga, cadendo, velocità tali da non poter più essere fermata in sicurezza.
  • Arrestare la caduta evitando, per quanto possibile, danni alla persona.
  • Mantenere la persona in posizione eretta, senza impedire la respirazione, in modo che essa possa attendere le operazioni di soccorso senza ulteriore pericolo.
  • Tutto ciò deve essere ottenuto senza limitare troppo la libertà di movimento dell’operatore in modo da consentirgli di effettuare il lavoro previsto.

Da quanto esposto in precedenza risulta evidente come siano presenti due obiettivi antagonisti:

  1. conservare la libertà di movimento pur rimanendo vincolati ad un punto d’ancoraggio.
  2. In caso di caduta poter essere fermati nel più breve tempo possibile.

Per soddisfare quanto richiesto al punto 1) sarebbe preferibile adottare un collegamento tra operatore e punto d’ancoraggio più lungo possibile.
Per soddisfare il punto 2) si dovrebbe adottare un collegamento più corto possibile.
Si deve, pertanto, sempre cercare di raggiungere un compromesso tra libertà di movimento e rapidità di arresto, e tale compromesso deve essere valutato prima di dare inizio ai lavori.
Deve risultare chiaro come non possa esistere un sistema anticaduta “standard” valido per tutte le diverse occasioni, ma ogni situazione debba essere attentamente valutato di volta in volta ed il sistema di protezione debba essere progettato da persona esperta.
I DPI che proteggono dai rischi di caduta dall’alto si definiscono come parte di un “sistema” anticaduta perché, a differenza di altri DPI che sono in grado di proteggere l’operatore nel momento stesso in cui vengano indossati (per esempio un elmetto o un paio d’occhiali), i DPI che proteggono dai pericoli di caduta, presi singolarmente, NON sono in grado di fornire tale protezione.
Infatti una imbracatura, da sola, non arresta la caduta, ma deve essere dotata di un cordino, con un moschettone in grado di collegarsi ad un punto d’ancoraggio robusto.

Composizione di un sistema anticaduta

Risulta chiaro perciò come un sistema anticaduta sia sempre composto da almeno tre componenti ben individuabili:

  1. Un robusto punto d’ancoraggio (R= 1200 daN).
  2. Una imbracatura completa di cosciali indossata dall’operatore.
  3. Un mezzo di collegamento tra ancoraggio ed imbracatura (cordino fisso, dispositivo anticaduta scorrevole, dispositivo retrattile).

Tutti i componenti sopraindicati, tranne alcuni tipi di ancoraggi, non sempre considerati DPI, quando usati in un sistema anticaduta debbono essere marcati CE in conformità alla direttiva CEE 89/686 quando presentino le caratteristiche MINIME di sicurezza previste ed accertate da un laboratorio notificato, tramite varie esami e test prescritti dalle norme emanate dal CEN.

Metodo operativo per la scelta di un sistema anticaduta

  • Vi è la possibilità di svolgere il lavoro senza pericolo di caduta?
  • Quale dimensione massima ha il campo di lavoro di ogni lavoratore impegnato in zona pericolosa?
  • E’ possibile ridurre tale campo di lavoro impiegando tecniche di lavoro diverse?
  • Esiste, per ogni lavoratore, un punto d’ancoraggio robusto (minimo R= 1200 daN)?
  • E’ necessario progettare un punto d’ancoraggio particolare?
  • Qual è la distanza tra il punto d’ancoraggio ed il campo di lavoro di ogni operatore?
  • Quale tipo di collegamento si deve adottare? (cordino fisso, dispositivo scorrevole, dispositivo retrattile).
  • E’ necessario disporre anche di una cintura a vita per consentire un corretto posizionamento sul lavoro?
  • Quale tipo d’imbracatura si adatta meglio al collegamento utilizzato ed alla zona operativa?

Il responsabile della sicurezza progetta il sistema anticaduta scegliendo i DPI più adatti alla situazione oggettiva ed alle operazioni da compiere.

Errori più frequenti nella progettazione dei sistemi anticaduta

  1. Non usare alcun sistema anticaduta.
  2. Non fornire agli operatori la corretta informazione e formazione sull’uso dei sistemi anticaduta.
  3. Acquistare un DPI in base al suo costo e non alla sua utilità.
  4. Acquistare i DPI da un fornitore non specializzato che non potrà fornire l’adeguata assistenza o consulenza tecnica.
  5. Utilizzare un DPI personale per diverse persone, costringendole ad effettuare sgradite operazioni di regolazione.
  6. Utilizzare il medesimo DPI in diverse situazioni.
  7. Dotare l’imbracatura di un cordino con moschettoni inadatti e pretendere che l’operatore utilizzi tale cordino anche quando è inutilizzabile e dovrebbe essere sostituito da un tipo diverso di collegamento.
  8. Sperare che l’operatore sia così volenteroso, abile ed ingegnoso da individuare, in loco, un corretto punto d’ancoraggio e di collegare il moschettone a tale punto d’ancoraggio.
  9. Pretendere ritmi di lavoro inconciliabili con la pericolosità accertata, impedendo di fatto l’uso corretto dei sistemi anticaduta;
  10. Non controllare che i DPI vengano utilizzati come indicato.
  11. Non controllare i DPI prima e dopo ogni utilizzo.

Campo di lavoro

E’ di primaria importanza definire chiaramente quale sia il REALE campo di lavoro pericoloso e chi debba lavorare in tale campo.
Si abbia per esempio un tetto piano:

La zona di lavoro pericolosa è la fascia di circa 2 metri in prossimità del cornicione, pertanto, solo quei pochi lavoratori che debbano operare in quella zona devono indossare DPI.
Avendo stabilito chi e dove debba usare i DPI è molto più semplice progettare un sistema anticaduta scegliendo o costruendo appositi punti d’ancoraggio (fissi o costituiti da una fune orizzontale) cui collegare un cordino anticaduta.

Effetto pendolo

Tirante d’aria libero

Quando si utilizza un sistema anticaduta, si deve sempre valutare quale debba essere il tirante d’aria libero al di sotto del piano di calpestio, necessario per evitare che l’operatore urti qualche ostacolo sottostante.
Abbiamo già fatto riferimento all’effetto pendolo che si instaura quando un operatore si sposti troppo dalla verticale del punto d’ancoraggio, ora facciamo riferimento al tirante d’aria libero da lasciare al di sotto di un sistema anticaduta, che è in stretta relazione con la capacità di un certo insieme di fermare la caduta entro spazi brevi.

A) Cordino fisso con assorbitore di energia
Bisogna tenere conto di alcuni fattori:
1. Il cordino si allunga sotto carico (10-20%)
2. L’assorbitore anche (massimo 175cm)
3. Anche l’imbracatura si allunga sotto carico e l’anello posteriore spesso non è fisso, ma scorre sulle bretelle per conferire al complesso ulteriore elasticità
4. Inoltre si deve tenere presente l’altezza dell’uomo 170-180 cm
E’ necessario pertanto avere un tirante d’aria libero superiore alla caduta effettiva, normalmente sono richiesti 6 metri dal punto d’ancoraggio.

A t t e n z i o n e!

questo non vuol dire che non si possa usare un cordino fisso quando si stia lavorando a 4 metri d’altezza, in quanto:
• a) Lavorando a 4 metri il punto d’ancoraggio sarà posto superiormente a circa 6 metri dal suolo e quindi con un tirante d’aria corretto.
• b) Anche qualora il punto d’ancoraggio non sia posto a 6 metri dal suolo, ma ad una altezza inferiore, si tenga presente che, non appena il cordino entri in tensione, la caduta NON è più una caduta libera ma diventa caduta frenata, ragion per cui anche un eventuale contatto con il suolo avverrà a velocità ridotta e, soprattutto, in posizione eretta con la testa verso l’alto, ovvero in situazione MOLTO meno pericolosa.
Comunque, quando il tirante d’aria libero al di sotto del piano di calpestio sia insufficiente, è consigliabile sostituire il cordino fisso con:
B) Cordini (dispositivi) di tipo retrattile

Tali dispositivi, per le loro particolarità tecniche, hanno il vantaggio di regolare la lunghezza del collegamento tra l’imbracatura ed il punto d’ancoraggio, in modo che il cordino sia sempre in tensione, pertanto, la loro capacità d’arrestare una caduta in tempi e spazi brevi è maggiore di un collegamento (cordino) fisso.

Un dispositivo anticaduta è infatti in grado di bloccare una caduta entro spazi brevissimi, nell’ordine di 1.0 – 1.40 m, impedendo che il corpo in caduta raggiunga velocità pericolose.

Pertanto:
Quando non sia disponibile un adeguato tirante d’aria libero al di sotto della zona operativa è sempre preferibile utilizzare un dispositivo di tipo retrattile.
Per evitare problemi, si rammenti che i dispositivi di tipo retrattile svolgono efficacemente la loro funzione solo se sono ancorati direttamente al di sopra dell’operatore.

Riassumendo:

  • Analizzare i rischi.
  • Se possibile far effettuare a terra il maggior numero di operazioni eseguibili.
  • Ridurre al minimo gli spostamenti dell’operatore sottoposto al rischio di caduta, modificando, se necessario i metodi lavorativi.
  • Progettare il sistema anticaduta prima dell’inizio dei lavori.
  • Scegliere o creare l’adeguato punto d’ancoraggio.
  • Se il campo di lavoro ha dimensioni elevate usare un sistema anticaduta orizzontale.
  • Scegliere il giusto mix di DPI adatto per la situazione in esame.
  • Usare sempre imbracature e non cinture a vita.
  • Tenere presente il tirante d’aria libero.
  • Collegare il dispositivo anticaduta sempre al di sopra del punto di lavoro.
  • Evitare il pericolo dell’effetto pendolo.
  • Informare, formare ed addestrare il personale.
  • Controllare periodicamente i DPI scartandoli in caso di danneggiamento.
  • In caso di caduta controllare e sostituire sempre tutti i DPI.
  • In caso di dubbi chiedete l’intervento di un esperto che possa consigliarvi sul miglior sistema anticaduta utilizzabile, risparmierete tempo e denaro.